Il Classico Non Muore Mai: stile inglese
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sabato 24 novembre 2012

La cena formale classica: cenare come a Downton Abbey

Una delle occasioni in cui maggiormente la serie Downton Abbey ha avuto modo di affascinarci per la sapiente ricostruzione storica e per il fascino della materia in esame è la cena formale inglese. Attorno al tavolo da pranzo i personaggi sfoggiano tutto il loro fascino, gli uomini in cravatta bianca e le donne in abito da sera e raffinata gioielleria, e si intessono conversazioni che spaziano dalla politica alla vita di campagna, dalla società in generale alle ultime sulla più ristretta "alta società".

Cena formale nel classico stile inglese a Downton Abbey

Questo genere di intrattenimento, che coinvolgeva in genere un numero cospicuo di persone intrattenendole per diverse ore, doveva essere preparato alla perfezione ed eseguito come la più articolata delle coreografie. Il minimo prevedeva sei diverse portate, ma questo numero saliva tranquillamente a venti con l'aumentare dell'importanza dell'occasione, del rango degli ospiti o della volontà di ostentare ricchezza e fasto. Nonappena il maggiordomo annunciava che la cena era servita, il padrone di casa offriva il braccio alla signora di maggior riguardo, l'ospite di maggior riguardo faceva altrettanto con la padrona di casa, e poi tutti gli altri ospiti a seguire entravano a coppie nella sala da pranzo. 

Cosa si mangiava. La cena iniziava solitamente con una zuppa o un consommé, cui seguivano le immancabili ostriche (vera e propria ossessione dell'epoca), per chiudere la prima parte con un piatto di pesce, spesso salmone o asinello. In questa fase dei vini bianchi leggeri potevano accompagnare le pietanze, mentre i rossi (dei "claret", ovvero vini del Bordeaux) facevano la loro apparizione con le portate vere e proprie. Il primo piatto, l'entrée, consisteva di carne bianca senza contorni, ma guarnita di una salsa. A seguire veniva il secondo, il vero piatto forte di carne rossa accompagnato da un contorno abase di verdure. Il "terzo" -solitamente a base di volatili- avviava già verso la conclusione, accompagnato com'era da frutta di stagione. La terza fase della cena, il dessert, vedeva sempre più di una portata (almeno due o tre) tra le quali spesso delle crepes Suzette o una Charlotte di mele, il tutto innaffiato da vini liquorosi o passiti.

Etichetta a tavola in stile classico: ogni cosa al suo posto

Rigida etichetta. Come in ogni impresa cooperativa, anche la riuscita di una cena formale dipendeva dal fatto che ognuno dei partecipanti interpretasse il suo ruolo secondo le regole, che si trattasse di un commensale o di un valletto. Dalla disposizione dei posti a tavola alla posizione delle posate, tutto segue regole precise che sono spesso oggetto di interi capitoli dei libri di buone maniere. Lo stesso vale per i tempi della cena, dettati -contrariamente a quanto si possa pensare- non dagli ospiti ma dai padroni di casa: un cenno della padrona di casa alla moglie dell'ospite d'onore ed entrambe si alzeranno da tavola, seguite da tutte le altre signore, per ritirarsi in un salotto a bere il caffé e lasciare gli uomini nella sala da pranzo a discutere le materie più scottanti tra liquori e sigari.

Volete organizzare anche voi una cena formale in stile inglese? Ecco dove cercare ispirazione: 
  1. Mrs. Beeton's Book of  Household Management: oltre 2500 ricette in questo classico della cucina vittoriana pubblicato in numerose edizioni a partire dal 1861: volume I, volume II, volume III.
  2. Mrs. Humphry's Manners for Women  - Mrs. Humphry's Manners for Men: due interessanti libretti di buone maniere con capitoli dedicati alla tavola, da aggiungere agli altri già segnalati infondo al post "L'etichetta: ovvero la struttura dell'eleganza classica".
  3. Treats of the Edwardian Country House - Entertaining: si tratta di due interessanti video di approfondimento su come organizzare una cena in stile edoardiano al giorno d'oggi: parte1, parte 2
 Avete seguito tutto alla lettera? Allora raccontateci come è andata!!

giovedì 8 novembre 2012

Classico all'inglese: Downton Abbey

Sì, anche io guardo Downton Abbey, lo ammetto candidamente e senza remore. Il motivo è che trovo la cura delle ambientazioni, della scenografia, dei costumi una ottima fonte di ispirazione riguardo a ciò che rappresenta il classico stile inglese.

Highclere Castle, la vera Downton Abbey


La casa. Highclere Castle, la magnifica country house dei conti di Carnavon, che rappresenta la fittizia Downton Abbey del conte di Grantham, è il tipico esempio della casa di campagna inglese dell'aristocrazia tra fine Ottocento e inizio Novecento. Non che prima non esistessero certo, ma solo in questo periodo, tra l'età vittoriana e quella edoardiana, la coutry house diviene il teatro privilegiato di quella complessa trama di relazioni politiche ed economiche che strutturano la upper class dell'impero britannico. Ospitare per la caccia, dare un ballo estivo, organizzare un garden party, sono tutte occasioni sociali che trovano nella casa di campagna inglese la loro cornice. Per far questo ovviamente sono necessarie alcune caratteristiche: servitù numerosa, ampia disponibilità di camere da letto, grandiose stanze da pranzo e sale di rappresentanza (le cosiddette state rooms). 

Abiti femminili stile inglese per i personaggi di Downton Abbey


 I costumi. Sono un campionario meraviglioso della moda inglese fin de siecle. Dai velluti agli chiffons di seta, dal comodo vestito da campagna alla elegante mise da sera troviamo tutto, per gli uomini come per le donne. Ci ricordano regole ormai dimenticate, come quella di cambiarsi d'abito prima di cena o l'etichetta riguardo l'uso del cappello (mai al coperto per gli uomini e permesso ovunque per le donne, meno che a teatro). Osservando attentamente queste immagini ci rendiamo conto di cosa abbiamo perso in nome del progresso a tutti i costi e di come, tutto sommato, un buon corpus di regole e la sua applicazione rendano la vita più godibile, per noi e per chi ci sta accanto.

Downton Abbey, arredamento stile inglese

La stratificazione. Come si suole dire: "Roma non fu fatta in un giorno", ed è precisamente per questo che Roma è quel faro di civiltà che tutti noi conosciamo e ammiriamo. Il tempo, con il suo scorrere inesorabile e le sue conseguenze, aggiunge valore alle cose. Esso seleziona ciò che già ha valore aumentandolo, e attraverso la perdita di alcuni degli esemplari di una categoria aumenta la rarità e il valore dei rimanenti.  Questo principio, applicato alla casa, si risolve nell'accumulo di tipologie decorative e di oggetti di epoche diverse, che ne fanno un museo vivente della sua storia e della storia della famiglia che vi ha abitato. Oggi non siamo più abituati a tutto questo, o lo incontriamo solo raramente. Quale storia può raccogliere infatti un palazzo di vetro e cemento arredato in una notte con mobili Ikea? Emblematica la frase di Lord Grantham al suo futuro erede guardando la grande casa: "Tu vedi un ammasso cadente di mattoni e di tubi che perdono, io ci vedo la storia della mia vita".

Downton Abbey, etichetta e bon ton

La gerarchia. "Ogni cosa al suo posto e un suo posto per ogni cosa", per citare un altro pezzetto di saggezza ancestrale. La società vittoriana, e quella edoardiana che la seguì, erano regolate da una rigida gerarchia. Nella serie notiamo il rapporto tra i personaggi della classe dominante, così come quello tra i membri della servitù. E questi rapporti, lungi dall'essere rapporti di oppressione, sono regolati dalla premura e dall'affetto del padre di famiglia, la cui autorità può a volte essere esercitata con durezza, ma questa durezza non è mai malevola. Lord Grantham è il capofamiglia, così come Carson è il capo della servitù. Ma questa loro qualifica non li rende dei tiranni, permette semmai all'ingranaggio di funzionare seguendo un disegno unitario e coerente.

Ecco qui alcuni spunti di riflessione. Sono certo che avranno stimolato in voi la voglia di commentarli!