Una delle occasioni in cui maggiormente la serie Downton Abbey ha avuto modo di affascinarci per la sapiente ricostruzione storica e per il fascino della materia in esame è la cena formale inglese. Attorno al tavolo da pranzo i personaggi sfoggiano tutto il loro fascino, gli uomini in cravatta bianca e le donne in abito da sera e raffinata gioielleria, e si intessono conversazioni che spaziano dalla politica alla vita di campagna, dalla società in generale alle ultime sulla più ristretta "alta società".
Questo genere di intrattenimento, che coinvolgeva in genere un numero cospicuo di persone intrattenendole per diverse ore, doveva essere preparato alla perfezione ed eseguito come la più articolata delle coreografie. Il minimo prevedeva sei diverse portate, ma questo numero saliva tranquillamente a venti con l'aumentare dell'importanza dell'occasione, del rango degli ospiti o della volontà di ostentare ricchezza e fasto. Nonappena il maggiordomo annunciava che la cena era servita, il padrone di casa offriva il braccio alla signora di maggior riguardo, l'ospite di maggior riguardo faceva altrettanto con la padrona di casa, e poi tutti gli altri ospiti a seguire entravano a coppie nella sala da pranzo.
Cosa si mangiava. La cena iniziava solitamente con una zuppa o un consommé, cui seguivano le immancabili ostriche (vera e propria ossessione dell'epoca), per chiudere la prima parte con un piatto di pesce, spesso salmone o asinello. In questa fase dei vini bianchi leggeri potevano accompagnare le pietanze, mentre i rossi (dei "claret", ovvero vini del Bordeaux) facevano la loro apparizione con le portate vere e proprie. Il primo piatto, l'entrée, consisteva di carne bianca senza contorni, ma guarnita di una salsa. A seguire veniva il secondo, il vero piatto forte di carne rossa accompagnato da un contorno abase di verdure. Il "terzo" -solitamente a base di volatili- avviava già verso la conclusione, accompagnato com'era da frutta di stagione. La terza fase della cena, il dessert, vedeva sempre più di una portata (almeno due o tre) tra le quali spesso delle crepes Suzette o una Charlotte di mele, il tutto innaffiato da vini liquorosi o passiti.
Rigida etichetta. Come in ogni impresa cooperativa, anche la riuscita di una cena formale dipendeva dal fatto che ognuno dei partecipanti interpretasse il suo ruolo secondo le regole, che si trattasse di un commensale o di un valletto. Dalla disposizione dei posti a tavola alla posizione delle posate, tutto segue regole precise che sono spesso oggetto di interi capitoli dei libri di buone maniere. Lo stesso vale per i tempi della cena, dettati -contrariamente a quanto si possa pensare- non dagli ospiti ma dai padroni di casa: un cenno della padrona di casa alla moglie dell'ospite d'onore ed entrambe si alzeranno da tavola, seguite da tutte le altre signore, per ritirarsi in un salotto a bere il caffé e lasciare gli uomini nella sala da pranzo a discutere le materie più scottanti tra liquori e sigari.
Volete organizzare anche voi una cena formale in stile inglese? Ecco dove cercare ispirazione:
- Mrs. Beeton's Book of Household Management: oltre 2500 ricette in questo classico della cucina vittoriana pubblicato in numerose edizioni a partire dal 1861: volume I, volume II, volume III.
- Mrs. Humphry's Manners for Women - Mrs. Humphry's Manners for Men: due interessanti libretti di buone maniere con capitoli dedicati alla tavola, da aggiungere agli altri già segnalati infondo al post "L'etichetta: ovvero la struttura dell'eleganza classica".
- Treats of the Edwardian Country House - Entertaining: si tratta di due interessanti video di approfondimento su come organizzare una cena in stile edoardiano al giorno d'oggi: parte1, parte 2
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