Il Classico Non Muore Mai: La presentazione classica: il biglietto di visita

mercoledì 7 novembre 2012

La presentazione classica: il biglietto di visita


Ma su.... esistono ancora i biglietti di visita? Certo che sì. E per qualsiasi gentiluomo o gentildonna che si rispetti sono una parte fondamentale della presentazione tradizionale. Oggi siamo abituati a vedere biglietti "di visita", -o "da visita" come sono più comunemente chiamati- soprattutto in mano agli agenti di commercio oppure ai funzionari di banca, comunque per motivazioni puramente professionali. Ma non è sempre stato così. 

Il maggiordono, alfiere delle buone maniere

Anzitutto un po' di storia. Fin da quandonel Settecento le buone maniere vennero istituzionalizzate e codificate, e l'etichetta di corte si diffuse dalle case dei re a quelle della nobiltà e da lì alle case dell'alta borghesia divenendo così la dimostrazione formale della "cortesia", ogni persona che intendesse far visita ad un'altra doveva annunciare il suo nome al maggiordomo affinchè questi a sua volta lo annunciasse al suo padrone, ed egli potesse infine decidere se intendeva o meno vedere il visitatore. Questa mediazione metteva però gli appartenenti alle classi elevate nella imbarazzante situazione di essere interrogati da persone di rango inferiore e per evitare questo sovvertimento dell'ordine costituito si decise di ricorrere ad un'altra mediazione: un cartoncino con su scritti il nome e i titoli della persona. La praticità della cosa conquistò subito e i Signori cominciarono fin da subito a lasciare cartoncini a destra e a sinistra, come mostra la loro menzione perfino in una commedia di Goldoni intorno al 1730.
...era una vera processione di carrozze, di amici, di servitori in livrea, che lasciavano ... una carta di visita, delle quali il portinaio ogni sera recava un vassoio tutto pieno in anticamera (Verga)
In un primo tempo il cartoncino era scritto a mano, in seguito si diffuse la moda di averlo stampato; al principio era presente solo il nome, poi si aggiunsero i titoli, gli stemmi e le corone, i motivi decorativi. Una delle cose che mancava nelle prime "carte di visita" era l'indirizzo, oggi uno degli elementi fondamentali di questo genere di accessorio, ma la mancanza era del tutto giustificata dalla funzione: non vi era necessità infatti che il maggiordomo annunciasse al padrone anche il domicilio del visitatore. L'etichetta prevedeva che le visite avvenissero in una determinata fascia oraria, generalmente nel primo pomeriggio ma ad una certa distanza dal pranzo, e che chiunque volesse far visita si presentasse all'ingresso della casa visitata munito dell'indispensabile cartoncino. Il biglietto di visita era usato sia per una visita estemporanea, sia meglio per annunciare una visita futura, lasciandolo al maggiordomo in qualunque ora del giorno per annunciare l'intenzione di passare nell'ora delle visite.

 il biglietto da visita: la presentazione classica con stile 

Al giorno d'oggi non si usa più farsi annunciare quando si va a trovare qualcuno, una necessità venuta meno sia con il tramonto della figura del maggiordomo che con l'abolizione degli orari di ricevimento. Nondimeno il biglietto da visita è rimasto nell'uso divenendo biglietto di presentazione, un modo pratico per fornire i propri recapiti, prima solo postali in seguito anche telefonici e poi telematici. Esso parla di noi con lo stile dei caratteri, la composizione formale, il tipo di cartoncino scelto (il classico è quello tipo Bristol bianco), le indicazioni presenti.

Il gentiluomo o la gentildonna classici dovrebbero sempre avere con sè biglietti di due tipi: il biglietto da visita personale, da dare agli amici per uso privato, e quello professionale con i contatti utili per i rapporti di lavoro. La sobrietà è raccomandata in entrambi come la suprema delle virtù, con un cartoncino bianco o avorio, l'inchiostro preferibilmente nero o grigio molto scuro, la stampa generalmente a rilievo. Nel biglietto da visita personale gli orpelli e i tratti decorativi dovrebbero essere ridotti al minimo, mantenendo per coloro che si fregiano di un titolo nobiliare la coroncina corrispondente o al limite lo stemma solo impresso a rilievo, e l'indicazioni del nome preceduta dai titoli accademici e nobiliari dei quali si fa uso (da evitare il fantozziano "Dott. Ing. Lup. Man. Pres......", così come il deprecabile uso teutonico di elencare tutti i titoli accademici conseguiti). La forma anche se non lo abbiamo detto prima è quella rettangolare ovviamente (ma non per tutti, a quanto pare!).

E voi, avete trovati in soffitta il vecchio biglietto da visita di un vostro bisnonno? Avte una collezione di antichi biglietti da visita? O forse volete solo condividere un suggerimento con gli altri lettori? 
Commentate pure!

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