L'estate è ormai quasi archiviata, tuttavia in alcune località del mediterraneo il caldo continua a farsi sentire. Cosa prevede il guardaroba classico in queste evenienze? Ecco due elementi immancabili che la sapienza dei tempi ha selezionato per noi facendoli entrare a buon diritto nel tempio del classico.
L'abito di lino
Il lino è il classico tessuto estivo in ragione della sua leggerezza e per il fatto che viene tessuto con una trama che permette una maggiore traspirazione. Sebbene questo genere di tessuto sia più in uso nei paesi caldi, il che giustifica anche la maggior diffusione di abiti di lino in tenui colori pastello nei toni del giallo (dal beige al corda) oppure in quelli dell'azzurro (dal cenere al carta da zucchero), anche in nazioni contraddistinte da climi più freschi come l'Irlanda ha potuto svilupparsi una tradizione di utilizzo e produzione di capi in lino.
L'unico difetto che possiamo ascrivere ad un capo di lino è la facilità con la quale si stropiccia, rendendolo molto spesso poco presentabile nonappena dopo il primo utilizzo. Certo ad alcuni piace l'aria trasandata e vissuta che questo genere di trattamento conferisce, ma generalmente sarebbe meglio evitare di presntarsi ad occasioni formali coperti di pieghe. A coloro che non volessero comunque rinunciare alle qualità di questo classico tessuto consigliamo nondimeno di procurarsi capi in lino misto a cotone, o addirittura seta, che minimizzano il formarsi delle pieghe pur mantenendo intatta la freschezza dell'abito.
Il cappello di paglia
Un altro classico estivo è senza dubbio il cappello di paglia. Purtroppo la moda sembra scoraggiare sempre più l'uso del cappello in generale, del cappello in estate in particolare. Tuttavia per le nostre strade è ancora possibile vedere una nutrita selezione di Panama, i classici cappelli fatti di fibre elastiche di palma intrecciati, che hanno avuto una maggiore fortuna per essere stati indossati anche recentemente da Sean Connery o in film come Il sarto di Panama.
A dire la verità però il termine "paglietta" si riferisce, o meglio si riferiva fino a qualche tempo fa, ad un cappello meno esotico, quello che gli inglesi definiscono boater. Dalla seconda metà dell'Ottocento questo cappello tipico dei canottieri (da cui suo nome) si diffuse nell'abbigliamento maschile diventando in breve tempo il cappello estivo da giorno per eccellenza. E non era solo un cappello maschile, anzi. Forse è uno dei primi accessori veramente unisex che la storia del costume possa ricordare. La mise più tipica? Per l'uomo pantoloni chiari, bianchi o beige, con scarpe in coordinato, camicia bianca o azzurro tenue, blazer di cotone o di lino, cravatta e boater. Per le donne invece camicia e gonna chiare, cravatta e boater!
Un'ultima curiosità: la forma tipica della paglietta ha ispirato la fantasia dei tedeschi per i nomi, così dalle loro parti se cercate un boater chiedete pure di una sega circolare (Kreissäge)!
Avete un boater? Con cosa lo mettete? E cosa ci dite del lino nei vostri armadi?
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martedì 10 settembre 2013
Lino e paglietta, estate perfetta!
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venerdì 2 novembre 2012
Il Borsalino: un classico da 150 anni
Lo avete sicuramente visto tutti, e ognuno di noi lo ha indossato almeno una volta. Che fosse quello del nonno o quello di Humphrey Bogart, che lo indossasse Harrison Ford oppure i Blues Brothers, la sua linea inconfondibile è entrata nell'immaginario fin quasi dal tempo della sua creazione, più di 150 anni fa. Parliamo ovviamente del Borsalino.
Il cappello di feltro soffice con la cupola incavata e pizzicolttata da entrambi i lati, la classica fascia col fiocco, e la tesa di media ampiezza, era già un classico negli anni venti quando perlopiù era parte del corredo della moda femminile, come cappello sportivo. Il suo nome americano, fedora, deriva dal nome di un personaggio teatrale, la principessa Fedora appunto, che lo indossava quando la piece fu messa in scena nel 1889 con Sarah Berhnardt nel ruolo principale. Gli uomini all'epoca usavano un altro classico: l'homburg, il copricapo di origine tedesca reso celebre da re Edorado VII. Con i rivolgimenti seguiti alla prima guerra mondiale, e il conseguente tracollo dei modi e delle mode della belle epoque, l'homburg andò in soffitta e gli uomini trovarono nel borsalino un valido sostituto. Pratico ma al tempo stesso elegante, il cappello della nota azienda italiana venne cooptato nel guardaroba maschile da città, ottimo compagno del morning dress. La sua fortuna durò per quasi un quarantennio, poi cominciò il declino dovuto alla rinuncia generalizzata ai copricapi da parte del pubblico maschile, prima americano e a seguire quello europeo. L'abbigliamento diveniva più casual, le macchine diventavano più stette, e il cappello -quale che fosse- cominciò ad essere lasciato a casa.
Ma è qui che si vede la stoffa (è il caso di dirlo) di un classico: come la fenice che risorge dalle sue ceneri, ecco che il borsalino ritorna prepotentemente sulle scene e da accessorio diventa simbolo. E' il cappello delle spie, che lo portano sul trench come aveva fatto Humphrey Bogart in Casablanca; corona lo charme di Alain Delon nell'omonimo film del 1970; è il cappello dell'avventuroso Indiana Jones negli anni '80; balla sulla testa dei Blues Brothers oppure segue i passi sincopati di una stella del pop come Michael Jackson.
Eccola dunque una delle caratteristiche che fanno un classico: l'eterno ritorno. Magari viene reinterpretato, a volte anche del tutto travisato rispetto alle intenzioni di chi lo aveva creato, ma un classico ritorna sempre, si reinventa, diventa simbolo.
Perchè un classico, ormai lo sappiamo, non muore mai!
Vuoi saperne di più? Ecco un suggerimento di lettura.
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