Il Classico Non Muore Mai: tradizione
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martedì 4 dicembre 2012

Un'icona del natale classico: le origini di Babbo Natale

Avete presente quel simpatico vecchio corpulento con la barba bianca e il vestito rosso e bianco? Sì, esatto, parlo proprio di Babbo Natale. Un classico, mi direte voi. Sì, e no: in effetti la figura che conosciamo noi ha poco più di cent'anni, ma le sue origini ne hanno molti di più.

San Nicola di Myra: diretto antenato di Babbo Natale

Tutto cominciò con un vescovo cristiano nella Turchia del IV secolo, Nicola di Myra, il quale secondo la tradizione avrebbe esortato i parroci della sua diocesi a recarsi in visita ai bambini della diocesi in occasione della commemorazione della nascita di Gesù con un piccolo regalo, cogliendo l'occasione per fare un po' di catechismo. La tradizione di donare dei piccoli oggetti simbolici si sovrapponeva così a quella romana già presente di farsi reciprocamente dei regali simbolici durante i Saturnali (dal 17 al 23 dicembre) e in occasione della festa del Natalis Solis Invicti. L'uso aveva già più di mille anni, nato quando Tito Tazio aveva portato come buon auspicio un rametto preso dal bosco della dea sabian Strenia, situato vicino Roma. Il nome della dea, che in lingua sabina significava salute, abbanodanza, prosperità, passò a designare anche i regali fatti in quell'occasione (stenae), e ancora oggi sopravvive nelle nostre "strenne editoriali", quei libri pubblicati la prima settimana di dicembre con lo scopo di proporsi come regalo di natale.

Dall'antichità classica alla Coca Cola: la storia di Babbo Natale

Ma torniamo a noi, e all'associazione dei regali con San Nicola. Con la diffusione del culto cristiano nei paesi nordici si diffuse anche la devozione verso il santo, così come la tradizione di fare doni ai bambini, e di nuovo si ebbe un fenomeno di soncretismo con le tradizioni precedenti. Infatti nei paesi scandinavi si narrava già che il dio Odino facesse una grande battuta di caccia insieme agli altri dei e ai guerrieri caduti che stavano nel Valhalla per festeggiare il solstizio d'inverno, e che in quest'occasione mettesse dei doni negli stivali di quei bambini che gli avessero fatto trovare paglia o zucchero per sfamare il suo cavallo volante Sleipnir. Fu abbastanza semplice sostituire il vecchio dio nordico con la barba bianca con il generoso vescovo cristiano, anche lui raffigurato barbato secondo la tradizione dei Padri della Chiesa. Ancora oggi, nei paesi anglosassoni rimane l'uso di appendere la calza al caminetto affinchè Santa Claus (una delle tante versioni dell'originario Sanctus Nicolaus) le riempia di dociumi se si era stati buoni o di carbone se invece si fosse stati cattivi.Questa tradizione germanica passò poi anche in America attraverso i coloni olandesi nel XVII secolo.

Lo spirito del Natale presente: un antenato del classico Babbo Natale

Va bene San Nicola, ma come si arriva al nostro Babbo Natale vestito di rosso? Si tratta di un altro sincretismo ancora: questa volta la figura ad essere assorbita è lo spirito del Natale medesimo, chiamato Father Christmas, che nella tradizione anglosassone era rappresentato come un signore pienotto vestito di un mantello verde orlato di pelliccia, ovvero quelle stesse sembianze con cui è raffigurato da C. Dickens lo Spirito del Natale Presente nel suo celebre Canto di Natale. Nel 1823 uno scrittore newyorkese, quel C. C. Moore autore della poesia A visit from Saint Nicholas, cambiò il colore del mantello da verde in rosso e fu con queste caratteristiche che alcuni anni più tardi l'illustratore Thomas Nast lo raffigurò sulla famosa rivista statiunitense Harper's Weekly contribuendo a stabilire la nuova iconografia. Di rivista in rivista, il nuovo Babbo Natale passa poi nella pubblicità: prima per la White Rock Beverages nel 1915 e in seguito negli anni '30 nella fortunata serie di pubblicità natalizie della Coca Cola diventando in breve il simbolo mediatico che è adesso.

La classica immagine di Babbo Natale: ne ha fatta di strada!

Niente immagini del consumismo neo-liberista quindi, bensì un concentrato di tradizioni e di culture dall'antichità classica al folklore nordico passando per la tradizione cristiana, un vero esempio di sincretismo culturale che giustifica appieno l'uso di Babbo Natale come esempio di icona globale. 
Un altro esempio del fatto che il classico non muore mai!

giovedì 29 novembre 2012

Gli strani usi del classico: il misterioso LOREM IPSUM

Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisicing elit, sed do eiusmod tempor incididunt ut labore et dolore magna aliqua...Quante volte abbiamo visto questa classica stringa di parole misteriose sugli schermi dei nostri computer, mentre impaginavamo un opuscolo con Publisher, scorrendo le schermate di un sito in costruzione, o semplicemente aprendo la guida di Word. Ma vi siete mai chiesti cosa significhi?

Il Lorem Ipsum: un testo classico della storia della tipografia
Nuova vita per un testo classico latino

Alcuni anni fa un lettore di una rivista specializzata in impaginazione e composizione di testi fece la stessa domanda, e la risposta fu più o meno la seguente: "Non è latino, sebbene ci somigli, e non vuol dire nulla" (Before & After, vol. 4 num. 1). A dire il vero la risposta non è del tutto esatta: in effetti si tratta di latino, ma non di un testo di senso compiuto bensì di un insieme pseudocasuale di parole scelte da un testo classico, il De finibus bonorum et malorum di Cicerone, scritto nell'anno 45 avanti Cristo (trovate il testo dell'intero paragrafo qui). Se ne accorse per caso un professore di latino della Virginia, Richard McClintock, nel corso di una ricerca sulla frequenza di utilizzo di alcune parole nella letteratura latina.

Come ha fatto a finire nei programmi di impaginazione? In realtà il testo risalirebbe a molto prima che i computer nascessero, e sarebbe opera di uno stampatore del Cinquecento che, volendo illustrare diversi titpi di carattere, scelse di farlo riproducendo varie volte lo stesso testo di fantasia. Per far ciò, ma volendo che però il testo sembrasse reale e non una sfilza di caratteri a caso, optò per la selezione di parole a saltare da un testo esistente, probabilmente uno che aveva sotto mano al momento (le opere di Cicerone furono stampate in grande quantità fin dagli albori della tipografia). L'uso di questo testo come segnaposto crebbe con la diffusione della stampa, e divenne tradiizone usarlo per le bozze di impaginazione, una tradione ripresa dai moderni programmi informatici fin dagli anni '60 del secolo da poco passato. La sua rinnovata fortuna nel mondo anglosassone deriva dal fatto che, come spiegava l'editore di Before & After, "il testo riprende approssimativamente la frequenza con la quale le lettere ricorrono nella lingua inglese, il che spiega perchè al primo sguardo sembra così reale".

Da Cicerone al Mac: il lungo percorso del lorem ispum

A dire il vero, da una ricerca sommaria su internet, non vi è modo di rintracciare alcun dettaglio che aiuti a ricostruire la figura dell'anonimo stampatore cinquecentesco che avrebbe inventato il lorem ipsum. Anche se fosse stato inventato solo negli anni '60 il testo è certamente un testo classico dal punto di vista dell'origine, ma lo è ancor di più perchè in campo tipografico è ormai diventato per tradizione il segnaposto classico in fase di impaginazione e in mancanza di un testo reale. Ancora un esempio quindi del classico che vive, si trasforma, e rivive di vita nuova per segnare ancora una volta il nostro mondo, dimostrando in modo talvolta bizzarro che davvero il classico non muore mai.