Il Classico Non Muore Mai: L'etichetta, ovvero la struttura dell'eleganza classica

venerdì 23 novembre 2012

L'etichetta, ovvero la struttura dell'eleganza classica

So bene che quanto sto per scrivere potrà dispisacere a coloro che si ritengono troppo progressisti per riconoscere il valore della tradizione, nondimeno sfido chiunque a confutarmi nei commenti. 

Etichetta e galateo non sono affatto parole del passato: esse sono la struttura dell'eleganza classica

 E' ben noto a qualunque attento osservatore che qualità come l'armonia, la grazia, la disinvoltura si ottengono nella maggior parte dei casi, a meno di qualità innate, solo a prezzo di un costante esercizio ed una diuturna vigilanza su sè stessi. Nulla è più spiacevole di un movimento goffo, di una serie di note alla rinfusa, di una persona impacciata che spintona chiunque incontri. Ciò vale nell'esercizio delle attività artistiche e sportive, ma è altrettanto valido per quel che riguarda la buona educazione. Così come l'abilità infatti si acquisisce con la ripetizione dell'esercizio, e la virtù si apprende con il ripetersi di atti virtuosi, anche le buone maniere sono frutto di allenamento. Un tempo si trovavano facilmente a disposizione precettori pronti ad insegnare il necessario mentre oggi ci dobbiamo affidare a quanto ci insegnano con l'esempio genitori e conoscenti, oppure alle buone letture (alcune delle quali troverete segnalate alla fine).

Ma a che servono le buone maniere? E' un dato di fatto che la nostra natura, per quanto cortese e aggrazziata possa essere la nostra indole, tende naturalmente verso la praticità ed è perciò necessario addomesticarla perchè la convivenza tra gli esseri umani non sia troppo scomoda. Come in ogni società infatti, l'originario diritto di tutti a tutto deve essere limitato, e allo stesso modo la libertà di ognuno di fare a proprio modo deve trovare i suoi confini nelle simili e confinate libertà altrui. Poiché questa limitazione nasce dall'esistenza di altri esseri oltre noi stessi, il vero fondamento sociale dell'educazione si trova nell'altruismo: essere cortesi è in fin dei conti pensare agli altri prima che a noi stessi, al loro piacere prima che al nostro. Chi non comprende questa fondamentale verità non apprende che la lettera del galateo, rimanendo all'oscuro del suo spirito, e si trova così a interpretare una parte che non capisce con gli inevitabili errori che questo comporta. Chi invece accetta questo ruolo, chi si interroga sulle necessità altrui e sul proprio ruolo nella gerarchia, e lo traduce nel rispetto e in gesti solleciti, incarna il vero senso dell'eleganza. E ciò è valido in ogni tempo e in ogni luogo: rispetto, sollecitudine e adeguatezza sono l'indispensabile bagaglio del vero uomo di mondo.

Sapere stare al proprio posto e comportarsi di conseguenza è il nucleo del vero savoir vivre

 La pratica secolare di questa peculiare forma di altruismo e virtù sociale che è l'etichetta si è tradotta in vari volumetti di variabile formato e valore, a partire dal Galateo di Monsignor Della Casa, fino ai moderni manuali. Queste opere non devono essere considerate come una serie di istruzioni senz'anima da mandare a memoria: sarebbe in effetti quasi impossibile ricordare tutto ciò che contengono. Ciò che conta è il motivo per cui si fa in un certo mdo piuttosto che in un altro, o si dice una cosa piuttosto che un'altra. Una volta comprese queste motivazioni, di volta in volta pratiche, morali o storiche, seguire le regole del galateo si trasformerà quasi senza sforzo in naturale buon senso, oltreché nel piacere sempre intenso di saper stare a proprio agio tra la buona società.

Di seguito eccovi tre manuali da non perdere: 
  1. Galateo, ovvero dei costumi, di Mons. G. Della Casa (1558), testo completo in italiano da Wikipedia: per quanto datato resta sempre un caposaldo del genere
  2. Etiquette of Good Society, di Lady Colin Campbell (1893), testo in PDF scaricabile da Internet Archive: se volete conoscere le buone maniere dell'epoca di Downton Abbey questo è il libro che fa per voi
  3. Manners and Rules of the Good Society di Un membro dell'aristocrazia (1913): anche questo testo è scaricabile in PDF da Internet Archive: un po' meno dettagliato del precedente e scritto in modo più discorsivo condito da un pizzico di humour inglese
Avete qualche risorsa da segnalare? Fatecelo sapere, scrivete!



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